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Analisi trimestrale del sistema energetico italiano II trimestre 2020

Cartina dell'Italia con la rete energetica

SINTESI DEI CONTENUTI

Nonostante il permanere dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, il III trimestre del 2020 ha visto una sostanziale inversione di tendenza rispetto al crollo senza precedenti dell’attività economica globale, e in conseguenza di ciò dei consumi di energia, registrato nella prima parte dell’anno, e in modo particolare nel II trimestre

Secondo le stime più recenti la domanda globale di petrolio, che nel II trimestre si era contratta fino a 83 Mbbl/g (-16% sul 2019), con un picco ad aprile pari a -25%, nel III trimestre è risalita a quasi 94 Mbbl/g, in calo del 7% rispetto a un anno fa.

In Italia nel III trimestre l’attività economica ha avuto un rimbalzo superiore alle aspettative, con un balzo congiunturale del PIL pari al +16%, della produzione industriale pari al +18%. I consumi italiani di energia sono andati di pari passo con il rimbalzo dell’attività economica, come già rilevato nel II trimestre, quando il calo dei consumi era risultato sostanzialmente in linea con la caduta del PIL e della produzione industriale, sebbene ulteriormente accentuato dal crollo della mobilità, che aveva penalizzato in particolare i consumi petroliferi.

Forte rimbalzo congiunturale dei consumi di energia e delle emissioni di CO2 nel III trimestre, ma restano in forte calo rispetto a un anno fa.

  • Nel III trimestre 2020 la consistente ripresa dell’economia ha determinato un forte rimbalzo dei consumi di energia primaria, con una crescita del 18% rispetto al II trimestre dell’anno (laddove la variazione congiunturale dei consumi di energia tra il II e il III trimestre dell’anno oscilla normalmente intorno allo zero). I consumi di energia restano però ancora significativamente inferiori a quelli del III trimestre 2019 (-7%), mentre il calo complessivo dei primi nove mesi dell’anno è del 12% (circa 14 Mtep in meno rispetto ai primi nove mesi del 2019).
  • È significativo come in tutti i mesi successivi al mese di aprile (mese di picco della riduzione dei consumi, -29%), i cali tendenziali siano stati progressivamente minori, fino a una variazione tendenziale negativa del 4% a settembre. Prima del nuovo peggioramento della crisi sanitaria l’andamento dei consumi di energia sembrava dunque seguire una traiettoria a V, con una rapida ripresa dopo il crollo del II trimestre.
  • I dati parziali di ottobre indicano la possibilità di una variazione pressoché nulla dei consumi di energia, con la domanda di gas e di elettricità sui livelli del 2019, sebbene i consumi di gas in particolare siano stati spinti dal clima particolarmente rigido. D’altra parte segnali di una nuova inversione di tendenza in senso negativo vengono invece dalla nuova frenata della mobilità, tanto che i consumi petroliferi di ottobre sono attesi in calo tendenziale superiore a quello del mese precedente.
  • Il rimbalzo dei consumi di energia del III trimestre è in linea con la variazione dei principali driver dei consumi energetici, sintetizzati nel superindice ENEA delle variabili guida, che è salito del 17% su base congiunturale. Anche il calo dei consumi di energia nei primi nove mesi del 2020 (-12%) è sostanzialmente coerente con l’andamento del superindice ENEA, che nei nove mesi risulta in calo del 10% rispetto stesso periodo del 2019. La riduzione dei consumi di energia è leggermente maggiore di quella dei driver per il calo particolarmente drammatico dei volumi di traffico, maggiore del calo dell’attività economica generale, che ha determinato un forte calo dei consumi di petrolio.
  • In termini di fonti primarie i minori consumi del III trimestre 2020, quasi 3 Mtep in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, derivano per quasi 2/3 dal calo della domanda di petrolio (-1,8 Mtep, -12%), per circa 1 Mtep dal calo del carbone (-30% circa) e delle importazioni nette di elettricità (-26%), mentre la domanda di gas è in riduzione solo marginale (-0,17 Mtep, -1%). Unica variazione positiva riguarda le fonti rinnovabili (+0,14 Mtep, +2%).
  • I consumi finali di energia sono stimati in calo tendenziale del 7% circa nel III trimestre, anche in questo caso con una decisa attenuazione rispetto al crollo del trimestre precedente. Complessivamente nei primi nove mesi dell’anno i consumi di energia nei settori di impiego finale sono stimati in calo di quasi 12 Mtep (-13% tendenziale), in larga parte per la minore domanda nei trasporti (-7 Mtep rispetto ai primi nove mesi del 2019, -24%), mentre riduzioni inferiori, ma comunque notevoli, hanno interessato l’industria (-2 Mtep, -10%) e il settore civile (-2 Mtep, -7%).
  • Nel III trimestre il sistema elettrico è tornato a una condizione di quasi “normalità”. La richiesta di energia elettrica è diminuita del 3% rispetto allo stesso periodo del 2019 (-2,5 TWh), ma quasi esclusivamente per il dato di luglio (-2,2 TWh, -7% tendenziale), perché ad agosto la riduzione è stata marginale, mentre a settembre la domanda è tornata sugli stessi livelli dello scorso anno. La produzione nazionale (-0,6 TWh circa) si è ridotta meno della domanda sulla rete, per il persistere della drastica riduzione delle importazioni nette (-2 TWh), con la generazione termica in decisa ripresa rispetto ai minimi del II trimestre, sebbene ancora inferiore ai livelli 2019 (-2%) e quella da fonti rinnovabili che, sebbene in aumento del 2% sul III trimestre 2019, torna a rappresentare una quota inferiore al 40% della richiesta (contro il 50% raggiunto nel II trimestre).
  • Le emissioni di CO2 hanno seguito l’andamento dei consumi di energia, con un forte rimbalzo rispetto al II trimestre dell’anno (+20%), sebbene siano stimate ancora in calo di circa il 7% rispetto al III trimestre 2019. Nei nove mesi la riduzione tendenziale è di circa il 14% (oltre 33 MtCO2 in meno), leggermente maggiore del calo dei consumi di energia perché quest’ultimo si è concentrato sulle fonti fossili, e tra queste su quelle a maggiore intensità carbonica (carbone e petrolio). Circa 2/3 della riduzione delle emissioni nei primi tre trimestri è da attribuire alla caduta del PIL, il resto è da attribuire in misura equivalente alla crescita del peso delle rinnovabili sui consumi totali, all’accelerazione della decarbonizzazione nel settore elettrico e in misura minore alla riduzione dell’intensità energetica dell’economia.

Indice della transizione energetica in leggero miglioramento congiunturale, in notevole miglioramento sull’anno prima.

  • Nonostante il rimbalzo congiunturale di consumi ed emissioni, il persistere dei loro livelli su valori significativamente inferiori a quelli di un anno prima ha consolidato il forte miglioramento dell’indice della transizione energetica ISPRED (+4% sul trimestre precedente, +50% rispetto al III trimestre 2019).
  • Sul fronte della decarbonizzazione le emissioni complessive di CO2 previste per fine 2020 risultano in linea con la traiettoria coerente con gli obiettivi 2030, mentre rimangono comunque problematici gli obiettivi specifici relativi ai settori non-ETS. In entrambi i casi resta comunque da valutare in che misura, una volta superate le condizioni eccezionali del 2020, le due traiettorie emissive possano tornare su trend non in linea con gli obiettivi. Anche l’obiettivo di crescita della quota di fonti rinnovabili ha continuato a beneficiare del calo dei consumi, ma il rallentamento delle installazioni di nuova capacità elettrica rinnovabile continua a far ritenere di particolare difficoltà il raggiungimento di questo obiettivo.
  • Si registra invece un nuovo leggero peggioramento dell’indice relativo alla sicurezza del sistema energetico, sebbene il ritorno del sistema elettrico a una condizione di quasi normalità e il riavvicinamento del mercato del gas italiano a quelli dell’Europa continentale rispetto ad alcuni indicatori importanti abbiano comportato miglioramenti negli indici sintetici che misurano la sicurezza di questi due settori. Il persistere della forte crisi dei consumi petroliferi ha però portato a un nuovo peggioramento degli indicatori relativi alla raffinazione, che si trova in una fase di forte calo dell’utilizzo degli impianti, ai minimi storici, e di margini in territorio negativo. In questo numero dell’Analisi trimestrale un Focus presenta una panoramica della situazione dell’approvvigionamento petrolifero nazionale.
  • Si consolida il miglioramento degli indicatori relativi ai prezzi dell’energia (+60% rispetto al III trimestre 2019). Il prezzo dell’elettricità all’ingrosso ha avuto un notevole rialzo nel III trimestre, dopo che nel trimestre precedente il PUN aveva toccato nuovi minimi storici. Sembra però consolidarsi l’avvicinamento dei prezzi italiani a quelli medi europei che ha caratterizzato i mesi della crisi. I prezzi dell’elettricità per le imprese per il periodo luglio-settembre sono stimati in lieve rialzo congiunturale (+3% circa), ma il livello dei prezzi resta tra i più bassi degli ultimi anni. Il confronto internazionale dei prezzi aggiornato al primo semestre 2020 mostra una riduzione del divario dei prezzi italiani, ma conferma anche che per le imprese italiane persistono differenziali quasi sempre svantaggiosi.
  • Nel caso del gas nel III trimestre è continuata la discesa dei prezzi per le imprese, fino al valore più basso degli ultimi sette anni. Il confronto internazionale dei prezzi per le imprese della classe di consumo più rappresentativa (consumo tra 100.000 e 1.000.000 di GJ) pone l’Italia all’ottavo posto nell’Unione Europea, con un valore di poco meno di 7 €/GJ, in linea con la media, ma in posizione di relativo
  • Una conseguenza potenzialmente critica dell’accelerazione della decarbonizzazione del sistema energetico degli ultimi mesi riguarda il crescente disavanzo commerciale italiano nelle tecnologie low-carbon, le cui importazioni sono cresciute nella prima metà del 2020 del 40% rispetto a un anno prima, a fronte di una riduzione del 17% delle importazioni totali. Si registra dunque un ulteriore leggero peggioramento degli indicatori della competitività italiana sulle tecnologie low-carbon, a causa in particolare dei dati relativi ai veicoli elettrici ed ibridi e agli accumulatori agli ioni di litio, per i quali nei soli primi sei mesi del 2020 si è già raggiunto disavanzo commerciale pari a 422 milioni di euro, contro i 530 milioni di euro dell’intero 2019.
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