Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile
Fascicoli 2016
Analisi trimestrale del sistema energetico italiano III trimestre 2016
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SINTESI DEI CONTENUTI
L’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano focalizza l’attenzione sui fattori che caratterizzano l’attuale sistema energetico italiano e che possono risultare di particolare importanza per la sua evoluzione. L’analisi esplora le tre dimensioni della politica energetica (decarbonizzazione, sicurezza energetica e costo dell’energia per il sistema economico, c.d. trilemma energetico), con l’obiettivo di fornire una valutazione delle tendenze relative a ciascuna dimensione, individuare le criticità attuali e se possibile anticipare possibili criticità in divenire.
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Nel primo semestre 2016 l’ISPRED (l’Indice Sicurezza energetica, PRezzo Energia e Decarbonizzazione, che può assumere valori compresi tra 0 e 1), elaborato dall’ENEA per valutare la transizione energetica, si colloca su valori di poco inferiori a 0,65, massimi dell’ultimo quinquennio. L’indice mostra un significativo miglioramento rispetto a un anno prima, mentre è stabile rispetto ai due trimestri precedenti. Nel primo semestre 2016 vi è stato infatti per un verso un ulteriore leggero miglioramento nel differenziale tra i prezzi dell’energia in Italia e la media europea, per un altro verso un leggero peggioramento sui fronti della sicurezza energetica e della decarbonizzazione (il cui indice resta comunque su valori molto elevati). Nonostante i recenti miglioramenti, gli indici relativi alla sicurezza energetica e ai prezzi dell’energia si collocano su valori vicini a 0,5, indicando la necessità di guardare con attenzione alle variabili sottostanti.
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I principali driver dei consumi di energia effettuano una spinta positiva sui consumi, ma molto moderata. L’economia italiana sembra infatti in rallentamento, ma PIL e produzione industriale presentano comunque modeste variazioni positive. Il prezzo del petrolio è in rialzo ma resta ancora su valori storicamente bassi, mentre scende ancora quello del gas naturale. Il clima leggermente più mite (rispetto al primo semestre 2015) ha invece fornito una spinta minore sui consumi di energia. Questo contesto moderatamente favorevole porterebbe ad aspettarsi una variazione modesta ma comunque positiva dei consumi di energia, che risultano invece in leggera diminuzione (-1% nei primi sei mesi), frenati dalla riduzione della domanda elettrica (-2,1%), che ha penalizzato in primo luogo i combustibili solidi, e dal clima mite dei primi tre mesi dell’anno, che ha ridotto il consumo di gas per riscaldamento. Nel semestre è invece aumentato il ricorso al gas naturale sia per la generazione elettrica (+10%) che per la produzione industriale (+2,5%). In leggero aumento (+1,2% nei sei mesi) anche i prodotti petroliferi, trainati dall’aumento del trasporto su gomma.
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Nel primi sei mesi del 2016 tornano a scendere le emissioni di CO2 (-1,4%), in primo luogo nella generazione elettrica (-6%), per il minor ricorso a combustibili solidi (-20% circa). Le emissioni di CO2 sono in riduzione anche nel settore civile (-2,6%), frenati da fattori climatici, mentre sono in aumento nei trasporti (+2,3%), in linea con la crescita dei livelli di attività.
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Nel primo trimestre del 2016 è calato l’import netto di petrolio greggio e si sono leggermente ridotte le lavorazioni. Sono diminuite le importazioni dalla Libia e dall’Arabia Saudita, mentre sono aumentate quelle dal resto dell’Africa e dal Medio Oriente. In termini di qualità, nell’ultimo anno è aumentata la quota del greggio più leggero. L’aumento del consumo di prodotti petroliferi è stato assicurato dalla produzione interna: l’eccesso di produzione di gasolio è di poco inferiore al 20%, stabile sui livelli di fine 2015; è invece in leggero calo l’eccesso di produzione di benzina. Dopo la ripresa del 2015 nel primo semestre 2016 sono in leggero peggioramento gli indicatori relativi alla raffinazione, con i margini di nuovo in flessione.
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Nel primi sei mesi del 2016 la domanda complessiva di gas naturale è aumentata dell’1,4%, rimanendo comunque di molto inferiore ai massimi storici. Anche la punta di domanda (384 milioni di mc/giorno) è rimasta molto al di sotto dei massimi, ma si sono comunque verificati giorni in cui la domanda giornaliera è risultata vicina ai massimi del periodo. Dal lato dell’offerta si registra un forte aumento dell’import dall’Algeria e un aumento delle importazioni di GNL pari a circa 1 Mm3/giorno. L’import dalla Russia resta vicino ai massimi registrati nel 2015, mentre sono in calo le importazioni da Nord Europa e Libia. Sul fronte della sicurezza del sistema del gas naturale le analisi ENEA, costruite anche sulla base di diverse possibili traiettorie di consumi, evidenziano un miglioramento rispetto alla situazione giudicata critica dalla Strategia Energetica Nazionale del 2013 (SEN), ma anche il permanere di alcune criticità potenziali. Tra queste, si mantiene rilevante la distanza fra i prezzi sul mercato italiano e i prezzi sul mercato di riferimento europeo (Title Transfer Facility - TTF).
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Mentre calano i consumi di energia elettrica, la generazione da fonti rinnovabili non programmabili ha raggiunto un valore medio giornaliero pari al 14% della domanda, sugli stessi livelli del massimo storico raggiunto nel primo semestre 2015. Nonostante questo, alcuni indicatori di possibili problematiche legate alla crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili hanno presentato valori meno estremi rispetto all’anno scorso. La crescente penetrazione delle rinnovabili ha invece accentuato ancora il suo impatto sui prezzi nella borsa elettrica, abbassando ulteriormente il rapporto tra il prezzo medio registrato nelle ore di picco e quello registrato nelle ore serali e nei giorni festivi. La redditività degli impianti a gas naturale, legata anche all’evoluzione dello spark spread, per quanto migliorata rispetto al recente passato, resta critica.
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Un aspetto positivo dell’evoluzione recente del sistema ha riguardato i prezzi dell’energia elettrica per l’industria, che tra il 2012 e il 2014 avevano raggiunto livelli di criticità molto elevata. La stima ENEA per il primo semestre 2016 mostra una riduzione del prezzo italiano per tutte le fasce di consumo. Nonostante ciò i prezzi in Italia continuano ad essere i più alti dell’UE per tutte le principali fasce di consumo (anche per il persistente maggior peso di tasse e imposte non recuperabili), ma la differenza con la media UE si è ridotta (per le piccole imprese è scesa a 5,5 c€/KWh dai 6,5 c€/KWh di un anno fa). La proiezione del prezzo dell’elettricità al terzo trimestre 2016, elaborata solo per la piccola impresa, mostra però un nuovo significativo aumento, sebbene il prezzo resti comunque su livelli inferiori a quelli dell’ultimo biennio.
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I prezzi del gasolio sono in ripresa da febbraio, come in tutti i paesi UE, ma il prezzo italiano resta comunque più alto della media UE.
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I prezzi del gas naturale per le imprese continuano a seguire la tendenza decrescente dei prezzi spot e per le fasce di consumo più alte sono ormai sui minimi degli ultimi cinque anni. I prezzi al netto delle imposte deducibili (dati fermi a fine 2015), sono competitivi per le grandi imprese ma non per i piccoli consumatori. Per la fascia di consumo associabile alle piccole e medie imprese i prezzi italiani sono più alti rispetto agli altri principali paesi UE. Pesano le differenze legate alla fiscalità.